Testo della Conferenza virtuale, organizzata da Voice of the Family, tenuta lo scorso 9 ottobre dal cardinale Burke sui diritti e doveri dei genitori nell’educazione dei propri figli. Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio.
San Paolo, nella Lettera agli Efesini, riferendosi all’alienazione dell’uomo da Dio e, quindi, dal mondo, dichiarava:
Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.[1]
Che cosa chiederà il giovane sovrano in questo momento? Successo, ricchezza, una lunga vita, l’eliminazione dei nemici? Nulla di tutto questo egli chiede. Domanda invece: «Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male» (1Re 3,9).[2]
Urgono una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico, per mettere in atto una grande strategia a favore della vita. Tutti insieme dobbiamo costruire una nuova cultura della vita: nuova, perché in grado di affrontare e risolvere gli inediti problemi di oggi circa la vita dell’uomo; nuova, perché fatta propria con più salda e operosa convinzione da parte di tutti i cristiani; nuova, perché capace di suscitare un serio e coraggioso confronto culturale con tutti. L’urgenza di questa svolta culturale è legata alla situazione storica che stiamo attraversando, ma si radica nella stessa missione evangelizzatrice, propria della Chiesa. Il Vangelo, infatti, mira a «trasformare dal di dentro, rendere nuova l’umanità»; è come il lievito che fermenta tutta la pasta (cf. Mt 13, 33) e, come tale, è destinato a permeare tutte le culture e ad animarle dall’interno, perché esprimano l’intera verità sull’uomo e sulla sua vita.[9]
Fine proprio e immediato dell’educazione cristiana è cooperare con la Grazia divina nel formare il vero e perfetto cristiano: cioè Cristo stesso nei rigenerati col Battesimo, secondo la viva espressione dell’Apostolo: “Figlioli miei, che io nuovamente porto in seno fino a tanto che sia formato in voi Cristo” (Gal 4, 19). Il vero cristiano deve vivere la vita soprannaturale in Cristo: “Cristo che è la vita vostra” (Col 3, 4), e manifestarla in tutte le sue operazioni: “affinché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale” (2 Cor 4, 11).
Perciò appunto l’educazione cristiana comprende tutto l’ambito della vita umana, sensibile, spirituale, intellettuale e morale, individuale, domestica e sociale, non per menomarla in alcun modo, ma per elevarla, regolarla e perfezionarla secondo gli esempi e la dottrina di Cristo.
Il vero cristiano, frutto dell’educazione cristiana, è l’uomo soprannaturale, che pensa, giudica ed opera costantemente e coerentemente, secondo la retta ragione illuminata dalla luce soprannaturale degli esempi e della dottrina di Cristo; ovvero, per dirla con il linguaggio ora in uso, il vero e compìto uomo di carattere. Non qualsiasi coerenza e tenacia di condotta, secondo principi soggettivi, costituisce il vero carattere, ma soltanto la costanza nel seguire i principi eterni della giustizia, come riconosce anche il poeta pagano, quando loda, inseparabilmente, «l’uomo giusto e ben fermo nel suo proposito»; e, d’altra parte, non può darsi compiuta giustizia, se non nel dare a Dio quel che si deve a Dio, come fa il vero cristiano.[12]
I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l’obbligo gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa. Questa loro funzione educativa è tanto importante che, se manca, può difficilmente essere supplita. Tocca infatti ai genitori creare in seno alla famiglia quell’atmosfera vivificata dall’amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che favorisce l’educazione completa dei figli in senso personale e sociale. La famiglia è dunque la prima scuola di virtù sociali, di cui appunto han bisogno tutte le società. Soprattutto nella famiglia cristiana, arricchita della grazia e della missione del matrimonio-sacramento, i figli fin dalla più tenera età devono imparare a percepire il senso di Dio e a venerarlo, e ad amare il prossimo secondo la fede che hanno ricevuto nel battesimo.[15]
Grazie per la vostra cortese attenzione. Che Dio vi benedica.
Cardinale Raymond Leo BURKE
Note
[1] Ef 2, 13-22.
[2] “Was wird sich der junge Herrscher in diesem Augenblick erbitten? Erfolg – Reichtum – langes Leben – Vernictung der Feinde? Nicht um diese Dinge bittet er. Er bittet: „Verleih deinem Knecht ein hörendes Herz, damit er dein Volk zu regieren und das Gute vom Bösen zu unterscheiden versteht“ (1 Kön 3,9).” Benedictus PP. XVI, Allocutio “Iter apostolicum in Germaniam: ad Berolinensem foederatum coetum oratorum,” 22 Septembris 2011, Acta Apostolicae Sedis 103 (2011), p. 663. [Bundestag]. Traduzione italiana: Enchiridion Vaticanum, vol. 27 (Bologna: Edizioni Dehoniane Bologna, 2013), p. 499, n. 711. [EV27].
[3] “Politik muss Mühen um Gerechtigkeit sein und so die Grundvoraussetzung für Frieden schaffen.… Dem Recht zu dienen und der Herrschaft des Unrechts zu wehren ist und bleibt die grundlegend Aufgabe des Politikers.” Bundestag, p. 664. Traduzione italiana: EV27, pp. 499 e 501, n. 711.
[4] “…kann die Mehrheit ein genügendes Kriterium sein.” Bundestag, p. 664. Traduzione italiana: EV27, p. 501, n. 712.
[5] “…in den Grundfragen des Rechts, in denen es um die Würde des Menschen und der Menschheit geht.” Bundestag, p. 664. Traduzione italiana: EV27, p. 501, n. 712.
[6] “…Natur und Vernunft als die wahren Rechtsquellen.” Bundestag, p. 665. Traduzione italiana: EV27, p. 503, n. 714.
[7] Cf. Roe v. Wade :: 410 U.S. 113 (1973); Obergefell v. Hodges :: 576 U.S. 644 (2015); and Bostock v. Clayton County :: 590 U.S. ___ (2020).
[8] “… ad plenam maturitatem humanam et christianam ….” Ioannes Paulus PP. II, Adhortatio Apostolica Familiaris Consortio, “De Familiae Christianae muneribus in mundo huius temporis,” 22 Novembris 1981, Acta Apostolicae Sedis 74 (1982), 823, n. 2. [FC]. Traduzione italiana: Enchiridion Vaticanum, vol. 7 (Bologna: Edizione Dehoniane Bologna, 1982), p. 1391, n. 1525. [EV7].
[9] “Quam primum inducantur necesse est generalis conscientiarum motus moralisque communis nisus, qui excitare valeant validum sane opus ad vitam tuendam: omnibus nobis simul coniunctis nova exstuenda est vitae cultura: nova, quae scilicet possit hodiernas de vita hominis ineditas quaestiones suscipere atque solvere; nova, utpote quae acriore et alacriore ratione omnium christianorum conscientiam permoveat; nova demum, quae accommodata sit ad gravem animosamque culturalem suscitandam comparationem cum omnibus. Huius culturalis conversionis necessitas coniungitur cum aetatis nostrae historica rerum condicione, at praesertim inhaeret in ipso evangelizandi munere quod proprium est Ecclesiae. Evangelium enim eo spectat «ut perficiat interiorem mutationem» et «humanitatem novam efficiat»; est velut fermentum quo pasta tota fermentatur (cfr Mt 13, 33), atque, qua tale, perfundere debet omnes culturas easque intus pervadere, ut integram declarent de homine deque eius vita veritatem.” Ioannes Paulus PP. II, Litterae encyclicae Evangelium vitae, “De vitae humanae inviolabili bono”, 25 Martii 1995, Acta Apostolicae Sedis 87 (1995), 509, n. 95. [EvangV]. Traduzione italiana: Enchiridion Vaticanum, vol. 14 (Bologna: Edizioni Dehoniane Bologna, 1997), p. 1419, n. 2483. [EV14].
[10] “… vitae cultura renovanda intra ipsas christianas communitates.” EvangV, 509, n. 95. Traduzione italiana: EV14, p. 1419, n. 2484.
[11] “… seiunctionem quandam inferunt inter christianam fidem eiusque moralia circa vitam postulata, progredientes hac ratione ad moralem quendam subiectivismum adque vivendi mores qui probari non possunt.” EvangV, 509-510, n. 95. Traduzione italiana: EV14, p. 1419, n. 2484.
[12] “Eo proprie ac proxime intendit christiana educatio, ut, divina cum gratia conspirando, germanum atque perfectum christianum efficiat hominem: ut Christum scilicet ipsum exprimat atque effingat in illis qui sint Baptismate renati, ad illud Apostoli vividum: «Filioli mei, quos iterum parturio, donec formetur Christus in vobis». Vitam enim supernaturalem germanus christianus vivere debet in Christo: «Christus, vita vestra», eandemque in omnibus rebus gerendis manifestare «ut et vita Iesu manifestetur in carne nostra mortali».
Quae cum ita sint, summam ipsam humanorum actuum, quod attinet ad efficentiam sensuum et spiritus, ad intellectum et ad mores, ad singulos et ad societatem domesticam atque civilem, christiana educatio totam complectitur, non autem ut vel minime exenuet, verum ut secundum Iesu Christi exempla et doctrinam extollat, regat, perficiat.
Itaque verus christianus, christiana educatione conformatus, alius non est ac supernaturalis homo, qui sentit, iudicat, constanter sibique congruenter operatur, ad rectam rationem, exemplis doctrinaque Iesu Christi supernaturaliter collustratam: scilicet, homo germana animi firmitate insignis. Neque enim quisquis sibi consentit et sui propriique tenax propositi agit, is solido ingenio est, sed unus ille qui aeternas iustitiae rationes sequitur, ut agnovit ethnicus ipse poëta, «iustum» una simul «et tenacem propositi virum» extollens; quae, ceterum, iustitiae rationes integre servari nequeunt, nisi Deo tribuatur – ut fit a vero christiano – quidquid Deo debetur.” Pius PP. XI, Litterae Encyclicae Divini Illius Magistri, “De Christiana iuventutis educatione,” 31 Decembris 1929, Acta Apostolicae Sedis 22 (1930), 83. Traduzione italiana: Enchiridion delle Encicliche, vol. 5 (Bologna: Edizioni Dehoniane Bologna, 1995), pp. 509 e 511, nn. 405-407.
13] “… christiana enim familia est prima communitas, cuius est Evangelium personae humanae crescent annuntiare eamque progrediente educatione et catechesi ad plenam maturitatem humanam et christianam perducere.” FC, 823, n. 2. Traduzione italiana: EV7, p. 1391, n. 1525.
[14] Gv 4, 24.
[15] “Parentes, cum vitam filiis contulerint, prolem educandi gravissima obligatione tenentur et ideo primi et praecipui eorum educatores agnoscendi sunt. Quod munus educationis tanti ponderis est ut, ubi desit, aegre suppleri possit. Parentum enim est talem familiae ambitum amore, pietate erga Deum et homines animatum creare qui integrae filiorum educationi personali et sociali faveat. Familia proinde est prima schola virtutum socialium quibus indigent omnes societates. Maxime vero in christiana familia, matrimonii sacramenti gratia et officio ditata, filii iam a prima aetate secundum fidem in baptismo receptam Deum percipere et colere atque proximum diligere doceantur oportet; …” Sacrosanctum Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Declarato Gravissimum educationis, “De Educatione Christiana,” 28 Octobris 1965, Acta Apostolicae Sedis 58 (1966), 731, n. 3. Traduzione italiana: Enchiridion Vaticanum, vol. 1 (Bologna: Edizioni Dehoniane Bologna, 1981), p. 457, n. 826.
[16] 1 Re 3, 9.
Fonte: Chiesa e post concilio, 22 Ottobre 2020